GELUGPA
La corrente Kadampa sfociò in quella dei Gelugpa “Virtuosi”, Lama Tsong Khapa aveva posto l’accento sull’importanza di osservare i voti del Vinaya e del Pratimoksha, prescrivendo ai sui discepoli il rispetto della regola del celibato, trasgredita da molti dei seguaci degli altri ordini. Questa scuola all’inizio si chiamò semplicemente Nuovi Kadampa, sottolineando la continuità della tradizione che si riallacciava direttamente ad Atisha. Il famoso trattato di questo grande Maestro, da lui composto in Tibet: La Lampada sul Sentiero dell’Illuminazione, "Byang chub lam rim sgron me", verrà ripreso da Tsong Khapa, che comporrà la sua più importante opera “L’eminente sentiero graduale”, Lam rin chen po, un commento al precedente, fornendo le basi della filosofia dei Gelug, alla quale ci si richiama ancora di continuo con estratti, spiegazioni e commenti.
Un altro fondamentale testo di Tsong Khapa è lo Snyags rim, dove il Maestro offre una trattazione sistematica dei Tantra raccomandati ai suoi allievi. Due di essi continueranno la sua opera, Darma Rin cen (1346-1432) e mK’as grub rje (1385-1483), ricordati come il “yab sras gsum”, letteralmente: padre, figli, tre, cioè la triade formata dal Maestro e dai suoi due discepoli.
LIGNAGGIO
GELUG
(Note da articoli di Prof. A. Berzin e S.S.Tri Rinpoche Yeshe Dhondup, 19°
Abate di Ganden).
Il lignaggio Gelug inizia con Lama Tsongkhapa
e col monastero di Ganden (Gaden o Geden).
Questo monastero fu fondato nel 1409 dal Maestro e dai suoi discepoli, che volevano
assicurargli così una sede fissa, dove riunire i seguaci dei suoi insegnamenti,
che diventavano sempre più numerosi. Il nome del monastero per esteso
è: dGe.ldan rnam.par rgyal.ba’i gling, cioè il “Luogo
dei Buddha perfettamente virtuosi” ed i monaci qui residenti furono soprannominati
Ganden pa o Geden pa, che significa “Quelli di Ganden” o “Quelli
di Geden”, e poi il termine dGe ldan lugs, ossia “Tradizione di
Ganden”, da cui Gelug, abbreviazione di “Ganden Lug”, dal
quale traggono il nome i Gelug pa, come “Seguaci della Tradizione di Ganden”.
Il monastero, essendo chiamato popolarmente Gaden, “Virtuoso”, passa
l’appellativo ai suoi monaci, che vengono detti “i Virtuosi”,
non solo per il toponimico, ma soprattutto perché essi osservano le più
rigorose regole monastiche, incluso il celibato e la castità, voti che
in molti altri ordini sono disattesi.
La tradizione Gelug pone particolare enfasi sull’importanza
dell’Etica in tutti gli stadi del Sentiero, com’è manifestamente
esposto dalla disciplina monastica, che la pone tra le basi ideali per l’educazione
religiosa e la Pratica. In più si pone molto l’accento sullo studio
come prerequisito imprescindibile per una meditazione proficua. Per questo motivo
l’insegnamento dei Sutra e dei Tantra è soggetto ad un’analisi
rigorosa attraverso il dibattito dialettico.
In generale il curriculum di studio copre cinque principali soggetti: La Perfezione
della Saggezza, la Filosofia della Via di Mezzo, la Valida Cognizione, la Fenomenologia
e le Regole di Disciplina.
Queste cinque materie sono studiate molto approfonditamente, mediante il metodo
dialettico usato nei testi indiani e nei loro commentari sia indiani che tibetani.
Spesso i testi di studio sono peculiari ad ognuno dei monasteri, ma è
stato sempre affermato che essi differiscono soltanto in sottigliezze verbali
e poco importanti variazioni d’interpretazione.
I principali monasteri Gelug che hanno istituito corsi di insegnamento sono
stati Dhe Tsang, fondato nel 1416 nel Kham, Drepung, fondato nello stesso anno,
ma nelle vicinanze di Lhasa, vicino a quello di Sera, fondato nel 1419 e Gaden,
sempre nella stessa area. Tutti questi monasteri avevano diversi collegi al
loro interno, finalizzati allo studio particolareggiato di una materia, seguendo
libri di testo leggermente diversi gli uni dagli altri.
Per esempio il monastero di Gaden aveva i collegi di Jantsey e di Shartsey,
dove i programmi di Sutra e Tantra erano combinati, ma, mentre il collegio di
Jantsey seguiva i testi di Sutra compilati da Jetsunpa Chokyi Gyeltsen, vissuto
tra il 1469 e il 1544, il collegio di Shartsey seguiva i testi del 15° Gaden
Tripa, Panchen Sonam Dragpa. Il monastero di Sera aveva all’inizio cinque
collegi, più tardi amalgamati in tre soltanto: Sera Mey, Sera Nagpa e
Sera Je. I collegi di Sera Mey e Sera Je avevano solo corsi di Sutra, mentre
il collegio di Sera Nagpa solo corsi di Tantra. Sto usando i verbi al passato
perché nei ricostruiti monasteri in India, i corsi di studio hanno subito
alcune variazioni: la più innovativa è stata quella di inserire
corsi di Sutra a quelli che prima prevedevano esclusivamente Tantra.
Spesso i vari collegi in Tibet avevano ulteriori suddivisioni che permettevano
la ripartizione degli studenti secondo il loro luogo d’origine, ricalcando
la consuetudine in uso negli antichi monasteri indiani.
Gli studi venivano portati avanti mediante tre metodologie: la memorizzazione,
la logica e il dibattito. La memorizzazione si avvaleva della giovane età
dei soggetti per far loro imparare a memoria le catalogazioni, i termini e quant’altro,
anche se in un primo momento il loro significato non veniva approfondito. La
logica è sempre stata un punto fermo nell’insegnamento sia di Atisha
che di Tsonkhapa, entrambi avendo evidenziato il fatto che ogni conclusione
deve essere accettata perché soddisfa la logica e la razionalità
mentale, non solo per le affermazioni di autorevoli esponenti. La terza metodica
è il dibattito, che renderà famosi e temuti alcuni esponenti Gelugpa,
che facilmente con la loro dialettica vincevano nei dibattiti con i rappresentanti
delle altre Scuole.
Questo richiama alla mente i famosi convegni dei Pandita indiani, che si sfidavano
pubblicamente sui significati dei testi sacri, incontri che hanno movimentato
e arricchito la storia religiosa e intellettuale dell’India in ogni epoca,
lasciando una traccia importante nei racconti e nelle cronache. Anche nelle
Antiche Università Buddiste Indiane,
il dibattito era un mezzo per chiarire e rafforzare la propria posizione e,
ancora oggi, le più importanti personalità religiose tibetane
come il Dalai o il Panchen Lama devono sottoporsi ad un dibattimento pubblico
con i geshe più dotti, prima di venire ufficialmente investiti delle
loro cariche.
Il corso di studi preliminari ha la durata di tre anni. I monaci che passano
soltanto l’esame sulla memorizzazione dei testi, ma senza aver completato
il corso di Geshe, ricevono il grado di Kyerimpa e possono successivamente frequentare
il corso sui Tantra nel loro proprio collegio.
Il corso di studio principale ha invece una durata di undici anni, durante i
quali sono studiati tutti i testi fondamentali. Alla fine di ogni anno i monaci
devono passare un esame, prima di essere ammessi alla classe successiva.
Colui che ha completato questo corso di studi e supera il formale dibattito
di un’assemblea di dotti, riceve il titolo di Geshe Tsogrampa. Colui che
studia per ulteriori cinque anni e supera il dibattito davanti ad un’assemblea
formata dai dotti dei tre maggiori monasteri di Lhasa (Sera, Drepung, Gaden),
ottiene il titolo di Geshe Lharampa. Un ulteriore corso di studi sui Tantra,
nei collegi tantrici di Gyuto o di Gyumay, permette di ottenere il titolo di
Geshe Ngagrampa, o quello di Uma- Shayring, i più alti gradi accademici
per un Geshe. I due nomi di Gyuto e Gyumay identificano i testi di studio usati;
nel collegio Gaden di Jangtsey- Gyumay, i testi erano quelli del venerabile
Gyu Sherab Senge vissuto tra il 1383 e il 1445, mentre nel collegio di Shartsey-Gyuto,
dello stesso monastero, i testi erano quelli del venerabile Gyuchen Kunga Dondrub,
vissuto tra il 1419 e il 1486. Nel primo collegio dopo il dibattito finale si
otteneva il titolo di Geshe Ngagrampa, mentre a Shartsey si otteneva il titolo
di Uma-Shayring. Nel collegio di Jangtsey era anche tenuto annualmente la celebrazione
completa del rituale di Akshobya nella forma di Guhyasamaja, mentre Shartsey
era responsabile della cerimonia delle Tredici Coppie di Vajrabhairava, e in
più ogni divisione dei due collegi adempiva ai rituali delle proprie
specifiche divinità tantriche delle quattro classi di Tantra. Altresì
le puje ai Protettori erano tenute annualmente in ogni monastero.
Le divinità protettrici dell’Assemblea Comune del monastero di
Gaden è Chogyel, mentre lo speciale Protettore di Gaden-Jantsey è
Paldan Lhamo, che essendo anche la protettrice personale del Dalai Lama viene
invocata dai monaci ogni giorno per ottenere il Suo sostegno e per la lunga
vita del Dalai Lama.
Degli altri due maggiori monasteri Gelug di Lhasa, il protettore dell’Assemblea
Comune del monastero di Drepung è Nechung, quello di Sera Jey è
Jamsing insieme a Yanggsang, una forma di Hayagriva, cioè Tamdrin (Purpakila).
Nei monasteri di Sera, Drepung e Gaden si osserva un ritiro estivo della durata
di circa quaranta giorni, durante i quali viene letto il testo di Tsongkhapa,
“La Grande Esposizione del Sentiero Graduale”,”Lam rim chenmo”.
Molti monasteri furono fondati dai maestri o dai discepoli di Lama Tsong Khapa
in tutto il Tibet, il suo primo Guru Chojey Dondrub Rinchen fondò nell’Amdo
(terra natale sia sua che di Tsong Khapa) il monastero di Kumbum, vicino alla
città di Sining, nell’odierna provincia del Qinghai.
Questo monastero è ancora in perfette condizioni e ospita una della più
grandi sale di riunioni esistenti in Tibet, adorna con colonne rivestite di
tappeti della famosa manifattura Ningxia.
Nel 1416 uno dei più vicini discepoli
di Lama Tsong Khapa, Jamyang Chojey, fonda il monastero di Drepung e un altro
discepolo, Jamchen Chojey fonda nel 1419 il monastero di Sera.
Nel 1433 viene fondato da Gyu Sherab Senge il collegio Tantrico di Gyumay e
Gyelwa Ghendun-drup, nominato postumo Primo Dalai Lama, fonda nel 1447 il monastero
di Tashilhunpo.
Un grande pregio di Lama Tsong Khapa fu aver letto e studiato tutta la letteratura Buddhista disponibile al tempo, anche se molti testi avevano differenti versioni per essere stati tradotti più volte, con un vastissimo assortimento di commentari. Egli riuscì a leggerli tutti, sia i Sutra che i Tantra e compararli, annotando nei suoi commentari ogni passaggio, chiarendo ogni versione e spiegando le discrepanze. In questo modo Lama Tsong Khapa compilò le conclusive esposizioni delle traduzioni corrette ed i commentari a tutti i testi principali, supportando ogni affermazione o commento, con la logica e il ragionamento, e focalizzò la sua attenzione sui passaggi più difficili di ogni testo, quelli che proprio molti studiosi tendevano ad evitare.
Giovanna & Max Di Palma