VASUBANDHU

Il Maestro Vasubandhu

Vasubandhu e suo fratello maggiore Asanga vissero probabilmente tra il IV e il V secolo DC. Fu, dapprima seguace della dottrina Hinayana ma poi aderì al Mahayana come il fratello Asanga. Entrambi appartengono al Lignaggio delle “azioni estese” (lignaggio del Vasto) o “lignaggio del Metodo” che fa parte del Veicolo delle Perfezioni.

Vasubandhu praticò con alcune scuole buddhiste nella zona del Gandhara, in Pakistan; poi si spostò nel Kashmir, centro della scuola Sarvastivada (che forma poi le basi di parte dell’antico buddhismo cinese).

Dapprima ricevette la sua educazione presso il maestro Sanghabhadra in Kashmir dove studiò il Mahavibhasa e i sette trattati di Abhidharma in esso contenuti.

Vasubandhu all’inizio aderì alla scuola dei Sarvastivada, (una delle due grandi correnti in cui si divisero molto presto le scuole antiche del buddhismo). L’altra corrente era quella dei Vibhajyavadin (o classificatori). Questi ultimi erano diffusi nell’India meridionale e Sri Lanka ed usavano la lingua Pali, mentre i Sarvastivadin o “sostenitori del tutto esistente”, operavano nell’India occidentale e scrivevano in Sanscrito. Dopo aver completato gli studi con i Sarvastivadin Vasubandhu scrisse l’Abhidharmakosa che conteneva anche insegnamenti provenienti dai Sautrantika e da altre scuole.

Nel V secolo DC. Buddhaghosha scrisse il Sentiero della Purificazione o “Visuddhimagga”, l’ultima opera inserita nell’Abhidharma della scuola Theravada. Circa nello stesso periodo Vasubandhu, scrisse il tesoro del Dharma Superiore o “Abhidharmakosa bhasya”. Asanga scrisse a sua volta un importante trattato sull’Abhidharma visto da una prospettiva Mahayana, il Mahayana samgraha sastra. Si racconta che Vasubandhu fosse piuttosto critico in questi anni nei confronti della scuola Mahayana e parlando del suo fratello maggiore Asanga, che di quella corrente era un famoso esponente, disse che il sistema era così difficile e ponderoso che poteva essere trasportato solo a dorso di elefante.

Vasubandhu lasciando il Kashmir e risiedendo in India, ebbe modo di rivedere Asanga e ne ammirò la Dottrina, rammaricandosi del precedente giudizio negativo. Una notte di luna piena, Vasubandhu, praticando la meditazione camminata, incontrò suo fratello Asanga che, in riva ad un lago, recitava ad alta voce un testo mahayana: ascoltandolo intuì la profondità del Grande Veicolo e i due fratelli iniziarono una fruttuosa collaborazione nell’ambito del buddhismo mahayana.

Sotto la guida di Asanga apprese l’Usnisa-vijaya Tantra e si accostò alla scuola Madhyamaka, diventando in un primo tempo un Sautantrika seguace delle Scritture e poi uno dei principali maestri della scuola Yogacara. Vasubandhu è considerato dalla scuola Vijnaptimatra come il loro patriarca, questa scuola è una successiva derivazione della corrente Yogacara. Vasubandhu scrisse dei commentari alle opere di Asanga e due trattati sugli insegnamenti della scuola Vijnaptimatra, il Vijnaptimatrata vimsatika karika e il Vijnaptimatrata-trimsika-karika. La scuola Vijnaptimatra contiene elementi dottrinali non mahayana ed è considerata un veicolo «intermedio».

La più importante opera dell’Abhidharma, in lingua Sanscrita, è l’Abhidharmakosa “Il Tesoro dell’Abhidharma” scritto intorno al V secolo da Vasubandhu.

Il suo primo maestro, Sanghabhadra, era profondamente versato nella Dottrina della scuola Vaibhasika, cosa che non gli vietò di scrivere molti anni più tardi un commentario all’Abhidharmakosa del suo antico allievo Vasubandhu.

Infatti Vasubandhu e il fratello Asanga sono ritenuti gli iniziatori della scuola Yogacara (Seguaci dello Yoga) o Cittamatra (Sola-Mente) chiamata anche Vijnanavada (Teoria della Coscienza).

I due filosofi si riallacciano all’affermazione della Via di mezzo di Nagarjuna che definisce tutti i concetti come ugualmente vuoti. Partendo da questo assunto gli Yogacara affermano che tutto ciò che vediamo intorno a noi oggettivamente non esiste, ma è solo una proiezione del nostro pensiero e della nostra mente.

La disposizione di questo insegnamento è avallato dall’autorità di scritture antiche come il Lankavatarasutra, che risale verosimilmente al I-II secolo e sostiene che tutto quello che esiste è coscienza: “cittam hi sarvam”. Alcuni storici sostengono che la prima codificazione di questo sistema spetta a Maitreya, taluni identificano Maitreya con Asanga stesso, oppure come un suo maestro. Nella tradizione Buddhista Maitreya è un Bodhisattva che avrebbe ispirato importanti opere quali il Sutralamkara, il Madhyata vibhanga, il Dharma dharmata vibhanga, l’Abhisamayalamkara e l’Uttaratantra.

Con tali pensatori (Asanga e Vasubandhu) la scuola Vijnanavada (Cittamatra - Yogacara) era ancora assai vicino alla Via di mezzo di Nagarjuna.
Uno dei concetti principali dei Vijnanavadin è la coscienza deposito “Alayavijnana”, eterna, senza principio nel tempo, ma siccome le successive postulazioni di questo concetto finiranno per avvicinarsi troppo alla concezione del Brahaman indù, le scuole Madhyamaka non tralasciarono di criticare le posizioni dei Vijnanavadin.

Il Vimsatika Vijnaptimatratasiddhih cioè “La dimostrazione in venti strofe che tutto è solo rappresentazione mentale” e la Trimsika, il “Trattato delle trenta stanze”, che abbiamo già menzionato, sono opere fondamentali, ma da poco disponibili anche in italiano. Molti studiosi hanno avanzato il dubbio che quest’ultimo Vasubandhu possa essere lo stesso autore dell’Abhidharmakosa, testo che muove da presupposti dottrinali completamente diversi, e se si postula che Vasubandhu sia autore di entrambi, questi due lavori sarebbero da inquadrare come un successivo sviluppo del suo pensiero. Vero è che l'Abhidharmakosa è oggi studiato come testo base dalle scuole madhyamika di Buddhismo Tibetano, ed è inserito nei programmi di studio dei Geshe Gelugpa. Abhidharmakosa riguarda lo studio psicologico della mente, del comportamento e dei suoi corrispondenti stati mentali. Contiene la spiegazione della duplice classificazione della menti: La Mente di Saggezza & la Mente Illusa. La psicologia buddhista, ispirandosi anche ai commentari di Vasubandhu si occupa delle “cause” della nostra sofferenza, l'obiettivo è ridurre il nostro “senso dell’Io"; mentre la psicologia occidentale si occupa di curare i sintomi immediati e gli squilibri degli stati mentali positivi e negativi del Sé. L' ABHIDHARMAKOSA tratta principalmente della coscienza e delle sue funzioni, tutti i possibili stati mentali e come sviluppare una mente analitica che sia in grado di analizzare la mente stessa. Il metodo dell’Abhidharma è di unire "Samatha con la Mente Analitica". La psicologia Buddhista considera il nostro mondo interiore e le nostre esperienze interiori come basi dell’analisi, perché senza conoscere il mondo in cui agiamo non potremmo capire la prima Nobile Verità del dolore. Abhidharma e Pramana sono contemplati dalle scuole Vaibashika, Sautantrika e Cittamatra, le quali non discutono della vacuità alla stessa maniera della scuola Madhyamaka (per esempio Asanga, Dharmakirti e Dignaga hanno visioni Cittamatra della vacuità). Ad ogni modo lo studio Madhyamaka della mente è anch’esso basato sui testi Abhidharma e Pramana per capire i processi che conducono al progresso sul sentiero e gli insegnamenti di Lam rim. Dobbiamo sempre e comunque conoscere ciò che noi vogliamo trasformare, cioè la mente. Vasubadhu fu un grande maestro nell'approfondire l'Abhidharma buddhista il quale si occupa per definizione dello studio della Coscienza.

Bisognerebbe altresì ricordare che Vasubandhu era all’inizio un Sautantrika seguace delle Scritture, una corrente del buddhismo antico, confutata da Nagarjuna nella Madhymakakarika, dove però lo stesso Nagarjuna si serve dei Sautantrika per confutare la tesi dei Sarvastivada..

I Sautantrika sono di due tipi: i seguaci di Vasubandhu, che fanno riferimento all’Abhidharmakosa e sono detti “Seguaci delle Scritture” e i seguaci di Dignaga e Dharmakirti, detti “Seguaci del ragionamento”.

Gli ultimi sono considerati dai Mahayana i più alti di livello, perché assomigliano ai Cittamatra-Seguaci del ragionamento, che sono più famosi dei Cittamatra che seguono le Scritture a causa dei loro lavori di logica. D'altronde non si può dire che quest’ultimi manchino di ragionamento, anzi si ricorda che Dignaga era studente di Vasubandhu, che era appunto un Sautantrika “Seguente le Scritture”, prima di diventare un Cittamatrin.

Tra le altre cose, Vasubandhu è considerato il ventunesimo dei 28 Patriarchi del Buddhismo Chan e Zen.

La sua biografia contenuta nell’opera di Bu sTon dice che morì in Nepal, durante un pellegrinaggio allo stupa di Shayambunath, dopo aver recitato il Dharani di Usnisa- vijaya al contrario.

G. Piana e Max Di Palma

 

Fonti:

History of Buddhism in India and Tibet – Bu ston- Versione inglese di Obermiller

La via della trasformazione - Thich Nhat Hanh

Il pensiero del Buddhismo indiano – E. Conze

Meditation on Emptiness – J. Hopkins

Testi del Grande Veicolo – R. Gnoli