ASANGA

   

Acarya Asanga

L’acarya Asanga nacque a Purushapura, l’odierna Peshawar, intorno al IV secolo della nostra era, da una famiglia di casta Brahmana e fu dapprima seguace della dottrina Hinayana ma poi aderì al Mahayana. Egli appartiene, come suo fratello Vasubandhu, al Lignaggio delle “azioni estese” (Lignaggio del Vasto) o “lignaggio del metodo” che fa parte del Veicolo delle Perfezioni.

Asanga, al principio appartenente alla scuola dei Sarvastivadin, e aderente poi alla scuola dei Sautrantika, fu un gran propagatore della Dottrina ed è ricordato per aver classificato i Sutra in quelli “diretti” Nita artha ed “indiretti” Neya artha, dove diretto e indiretto si riferisce al significato più o meno esplicito dei Sutra stessi.

Entrato nella vasta discussione intorno al Madhyamakakarika di Nagarjuna, tentò di dare una soluzione al presunto rigido negativismo che per alcuni pareva trasparire dal testo, fondando col fratello Vasubandhu la scuola logico-epistemiologica Vijnanavada, (Yogacara-Cittamatra) corrente di pensiero del Grande Veicolo o Mahayana.
Vijnanavada vuol dire scuola della coscienza o della conoscenza pura; non è un caso dunque che tale scuola fosse chiamata anche Cittamatra, che vuol dire “Solo Mente" e null'altro, o anche Vijnaptimatra, “null’altro che coscienza”.

Nel suo trattato “Mahayanasamgraha” Asanga sviluppa i temi già esposti nel Lankavatarasutra e nel Samdhinirmocanasutra, dove erano analizzate alcune importanti questioni dottrinali come il concetto di Tathagatagarbha (Essenza del Tathagata), equiparato a quello di Alaya-vijnana la coscienza deposito e quello della Vijnaptimatra, cioè che tutta la realtà si esaurisce ad una mera rappresentazione che avviene nella coscienza.

Come si vede è da queste posizione di Asanga, rispetto al dibattiti filosofico di quegli anni, che derivano i nomi delle scuole vicine alla corrente Madhyamaka. Un’altra opera attribuita a questo illustre Maestro è l’Abhidharmasamuccaya, dove esiste una sezione legata alle basi del dibattito, che si afferma fondato su 2 fattori, l’oggetto da dimostrare e il modo per provarlo. Dharmakirti, un altro importante maestro che fu tra l’altro un Guru del grande Atisha, riprendendo questi concetti, ribadisce che solo grazie ad una “Percezione Diretta” si può conoscere la “Realtà”, che il maestro Dignaga definì appunto come una: - “percezione priva di costruzioni concettuali”. L’Abhidharmasamuccaya di Asanga è ancora oggi un importante testo di studio degli insegnamenti delle università monastiche della tradizione madhyamika dei Gelugpa (e non solo) per quando riguarda lo studio della coscienza e dei processi mentali.

Si giunge così al lavoro forse più famoso (ma non da tutti apprezzato) di Asanga, lo Yogacarabhumi Sastra “Gli stadi della Pratica Yogica”, che fornisce un altro nome alla scuola di Asanga e del fratello Vasubandhu ,cioè scuola degli Yogacara.

Gli Yogacara vengono ancor più caratterizzati dall’importantissimo testo “Trimsika” di Vasubandhu, che tratta delle otto forme di Coscienza e delle sue varie trasformazioni, della teoria della tre Nature dei vari Dharma mentali e naturalmente della mera rappresentazione della coscienza, la “Vijnaptimatrata”.
Nella tradizione tibetana esiste un lignaggio chiamato “spa tshab” che concerne specificatamente la continuità dell’insegnamento dell’Abhidharmasamuccaya attribuito ad Asanga con traduzioni e commentari. Questo lignaggio inizia da Buddha e continuando con Maitreya, comprende Asanga e Vasubandhu, per arrivare sino al famoso Bu ton Rinpoce e oltre, ma che poi purtroppo si perde in altri lignaggi e pare essere interrotto.

G. Piana e Max Di Palma


Fonti:

Testi del Grande Veicolo – R. Gnoli
Blue Annals – G. Roerich