Ven. Lokanatha

Breve ricordo della leggendaria figura del Ven. Lokanâtha pioniere italiano del monachesimo buddhista theravâda

 

Articolo Postato a mahayana.it da P.A. Morniroli

Salvatore Cioffi nacque nel 1897 da genitori napoletani cattolici, ultimo di sei figli, e all’età di tre anni emigrò con la famiglia negli Stati Uniti. 

Laureatosi in chimica ed impiegatosi in una importante azienda, nel corso di ricerche in biblioteca si imbattè nel Dhammapada dalla cui lettura rimase piacevolmente folgorato.Approfondito lo studio del Dhamma con la lettura di tutti i testi inglesi allora disponibili, dopo un paio d’anni decise di divenire bikkhu e, all’ insaputa della famiglia che ne osteggiava la scelta - specie un fratello gesuita - all’età di 27 anni partì per l’India.

Si trasferì poi a Sri Lanka dove perfezionò la conoscenza dell’insegnamento del Buddha. Di lì si trasferì in Birmania dove, nel 1925, all’età di 28 anni divenne monaco mendicante itinerante. Alla pratica della meditazione dedicò sette anni di solitudine sull’Himâlaya.Percorse tutta la Birmania, ritornò a Sri Lanka e in India, andò in Thailandia, e divenne importante nel Sangha tanto da guidare pellegrinaggi di numerosi monaci birmani, thailandesi e singalesi in India nei luoghi sacri dove operò lo Svegliato.Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, avendo ancora la nazionalità italiana, fu internato dagli inglesi in campo di concentramento dove continuò a praticare il Buddhadhamma. Nell’autunno del 1941, in seguito all’ arrivo dei giapponesi, gli inglesi lo trasferirono, insieme ai prigionieri politici, in India nel campo di prigionia di Patna. 

Nel 1945, terminata la guerra, tornò in Birmania. Nel 1948 fece ritorno negli Stati Uniti dove fondò una missione ed una casa editrice. Continuò a trasmettere il messaggio del Dhamma anche in Europa - nell’occasione fu anche in Italia, in particolare a Roma ed a Torino, e nel Sud-Est asiatico. 

Nel 1951, in Birmania divenne Capo del Buddhismo mondiale, responsabile di ottantamila monaci birmani e duemila tra pagode e monasteri. Nel 1955 organizzò l’ultimo concilio buddhista che si tenne a Rangoon. 

Nel 1966 morì a Maymyo, nella Birmania centrale, all’età di 69 anni.Del Ven. Lokanâtha si trovano notizie piu’ particolareggiate su:Rivista “L’età dell’Acquario” n. 75/1992

Viaggio in Birmania” di Edoardo Profumo - Ed. Promolibri, Torino, 1997, pag. 54.

Riferito da Giancarlo Scaravaggi nel libro di Bernardino Del Boca “Birmania, un paese da amare”.Casa Editrice L’età dell’acquario - Bresci Editore - Torino - pagg.57, 58 e 60. 

[...] Anch’io avrei voluto parlargli, chiedergli se aveva conosciuto Salvatore Cioffi, il napoletano che era diventato capo della chiesa buddhista birmana.  Cioffi, nato nel 1877 (1), all’età di tre anni emigrò con la famiglia negli Stati Uniti dove si laureò in scienze biologiche e chimica poi si convertì al buddhismo e, nel 1925, andò in India ed entrò nel Sangha, il potente ordine monastico.

Si trasferì poi a Rangoon dove divenne un ponggi (monaco).  Era un monaco con molta iniziativa e molta fede e pensò che doveva riuscire ad unire il buddhismo al cristianesimo.Così nel 1926 partì a piedi per l’Italia, attraversando l’India, l’Iran, l’Iraq e la Turchia per arrivare nel napoletano dove i parenti ebbero difficoltà a riconoscerlo, date le poche parole d’italiano che conosceva.  Non riuscì ad incontrare Papa Pio IX e ritornò a Rangoon dove presto si fece apprezzare per i suoi poteri extra-sensoriali e per la sua fede.

Dormiva seduto e fu così chiamato “colui che non fu mai supino”. Fu nominato Sayadaw (grande maestro venerabile) e col nome di Lokanatha, nel 1938, iniziò la sua opera per inviare missionari buddhisti in occidente. 

Nel 1940 fu internato in un campo di prigionia dagli inglesi in quanto italiano, ma soprattutto perché era l’allievo spirituale del grande patriota antibritannico U Wisara e ne aveva anche ereditato i metodi di lotta passiva contro il colonialismo, lotta non violenta, ma sempre pericolosa per l’impero britannico. Nell’autunno del 1941 i britannici dovettero sgombrare la Birmania per l’arrivo dei giapponesi e i prigionieri politici furono portati in India, nel campo di prigionia di Patna. Così anche Cioffi, il Venerabile Lokanatha, dovette subire un trattamento speciale, ma la sua resistenza passiva ed eroica, costrinse gli inglesi ad accordargli tutto ciò che voleva. Vinta la guerra, il 16 ottobre 1945, i britannici ritornarono in Birmania e il Venerabile Lokanatha con loro.Nel 1946 il Venerabile fonda a Mandalay l’”Opera buddhista all’estero”” e nel 1947 pubblica il libro “Girdling the Globe with Truth” (Avvolgendo il mondo con la verità) che ha subito un grande successo. Poi parte per un giro missionario ben organizzato a Singapore, Kuala Lumpur, Hong Kong, Shanghai, Manila, isole Hawai, San Francisco, Los Angeles, New York ed inizia a raccogliere un tesoro per finanziare la sua opera di illuminazione e di pace.

Poi parte per l’Europa: Londra, Parigi, Marsiglia, Genova e Roma, ma il Papa non lo riceve.Ritorna in Birmania dove, nel 1951 è diventato il Capo del Buddhismo mondiale, con ottantamila monaci birmani e duemila tra pagode e monasteri. A Mandalay fa confezionare una bandiera del buddhismo mondiale, un quadrato di un miglio per lato di stoffa gialla con cui fa coprire le rovine del grande palazzo reale, davanti a duecentomila fedeli. A Rangoon, durante la sua visita alla Shwedagon Pagoda, le donne sciolgono le loro trecce e così il Venerabile può salire il lungo scalone su un tappeto di capelli. 

Intanto le offerte per la sua opera arrivavano da tutto il mondo e nel 1955 con questo denaro il Venerabile Lokanatha può organizzare il IV Sinodo buddhista mondiale e far costruire l’immensa grotta dove si tenne il Sinodo e spendere quattro milioni di dollari per la stampa dei cinquanta volumi sacri da distribuire per tutto il mondo. Il tesoro di Lokanatha, composto anche di pietre preziose e oro è conservato dal Sangha in una cappella segreta costruita su di un nero laghetto sotterraneo.  Nel 1963 e nel 1965 organizzò altri viaggi, ma la sua salute cominciò a declinare.

Nella primavera del 1966 si ritirò a pregare fra le colline di Maymyo negli Stati Shan, ma un giorno scopre di avere una piaga sul cuoio capelluto. Viene diagnosticato un tumore maligno. Si dovrebbe ricorrere alla cura di cobalto, ma il Venerabile non accetta. Il 25 maggio 1966 il Venerabile Lokanatha muore. I parenti italiani tentano di far causa al governo birmano per avere in possesso una parte del tesoro di Salvatore Cioffi, ma inutilmente perché il tesoro è del Sangha, dell’ordine monastico e non di Lokanatha.

Le sue ceneri sono conservate nella pagoda di Maymyo, in questa ridente località climatica che si trova a 1060 metri di altezza. 

Ricordano l’opera di Cioffi la costruzione della grande pagoda Kaba Aye e la pagoda Ahwedagon di Rangoon.[...]

(1) Secondo altra fonte la data giusta è 1897.Altre notizie di Lokanatha su: PARAMITA n. 46 pag. 27; n. 47 pagg. 35 e 36; n. 48 pag. 62;Rivista “L’eta’ dell’Acquario” n. 75/1992 e “Viaggio in Birmania” di EdoardoProfumo - Ed. Promolibri, Torino, 1997, pag. 54.