CONCILI BUDDHISTI e SCUOLE

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Il primo concilio fu tenuto nel monastero di Kusumapura,(descritta in alcuni testi come una grotta, forse nello stile delle grotte di Ajanta ed Ellora), vicino alla città di Rajaghaha, all’epoca capitale del regno di Magadha, tre mesi dopo il Mahaparinirvana dell’Illuminato e fu presieduto dal venerabile Maha Kassapa.

Ciò si svolse presumibilmente nell’anno 486 A.C., anche se le date esatte in cui si svolse la vita di Gotama Buddha sono ancora in discussione.

Durante la riunione fu richiesto al venerabile Ananda, (dotato a quanto sembra di una formidabile memoria) di recitare il Dharma e al Venerabile Upali di recitare il Vinaya.

Il Venerabile Maestro aveva detto ad Ananda che nel corso del tempo alcune regole minori potevano essere suscettibili di  cambiamenti, ma il venerabile Ananda aveva omesso di chiedere a quali regole ci si riferiva, perciò in quella occasione si decise che nessun cambiamento potesse essere introdotto nel corpo originale del Vinaya.

All’epoca i monaci che appartenevano all’Ordine dei Mendicanti, come il Maestro chiamava il Sangha, dicevano di professare una dottrina chiamata “ Dharma Vinaya “.

 

Il secondo concilio fu tenuto a Vaisali, capitale dei Licchavi e della confederazione dei Vajji, cento anni dopo il Mahaparinirvana e fu presieduta dall’Arhat Sarvakamin e dall’Arhat Yaksha.

 In quella occasione si discusse su alcune regole del Vinaya che erano state violate da molti appartenenti al Sangha. Alcune di queste erano di pochissima importanza, come quella che proibiva ai monaci di custodire il sale o gli aghi da cucire in un recipiente fatto di corno, dal che si deduce che questa fosse una consuetudine del tempo. 

A quanto pare alcuni monaci ritenevano che la regola fosse iniqua tanto da farne un argomento di discussione e di scontro (sic). Il perché non adottassero l’uso di contenitori alternativi, come il bambù, non ci è dato sapere. 

 

Un’altra regola molto più importante era in discussione: si trattava della proibizione per i monaci di accettare regali in oro e argento. A quanto sembra nel corso degli anni molte donazioni furono elargite al Sangha e verosimilmente alcune furono cospicue. L’Ordine dei Mendicanti aveva già cambiato un poco, almeno nel suo aspetto esteriore, il Sangha stava guadagnando popolarità e alcune volte anche la protezione dei principi.

Ciò aveva favorito la diffusione del Dharma e la sopravvivenza dei monaci stessi, ma come ogni cosa duale nell’universo Samsarico, anche questa portò vantaggi e svantaggi.

Una parte considerevole del Sangha ritenne che accettare donazioni, anche cospicue, dovesse essere permesso e, assieme al cambiamento di regole minori del Vinaya, operò la prima scissione costituendo la Grande Comunità, il Mahasangha.

 

Nessun dibattito circa il Dharma è riportato dalle cronache durante questo concilio.

 

Il terzo concilio fu tenuto nel 247 a.C., durante il regno di Ashoka, nella capitale Pataliputtam o Pataliputra.

Il venerabile Mogalliputta Tissa lo presiedette e dovette affrontare le già avvenute scissioni all’interno del Sangha.

La più importante discussione avvenne sulla natura dell’Arahat, che per alcuni rappresentava lo stadio più basso dell’Illuminazione, seguito da quello del Bodhisattva e infine da quello di Buddha. Nei Sutra erano tradizionalmente indicati i quattro stadi dell’Ascesi, l’inferiore è quello del Sotapanna, colui che è entrato nella corrente, poi segue quello del Sakadagamin, colui che ritornerà una sola volta ancora, poi quello dell’Anagamin, colui che rinascerà in un mondo superiore ed infine quello dell’Arahat che non tornerà più. 

 

Per il  Mahayana lo stadio più alto non appartiene all’Arahat il quale raggiunge la "Liberazione" individuale, nel "Secondo e Terzo Giro della Ruota del Dharma" si distingue tra "Liberazione" e l'"Illuminazione". Lo stato di Liberazione dell'Arhat viene definito come lo stato di un Realizzatore Solitario o di un Uditore che ha realizzato la Vacuità di esistenza intrinseca di tutti i fenomeni. La Perfetta "Illuminazione" invece viene ottenuta mediante la realizzazione di Bodhicitta (Mente Altruistica dell'Illuminazione) unita alla realizzazione della Vacuità (Liberazione). Il  Bodhisattva è colui che decide di non estinguersi per il beneficio di tutti gli esseri.

 

Durante questo concilio si compie la prima differenziazione tra le Teorie degli Anziani, cioè i Theravada, e quelle che costituiranno, più di un secolo dopo, le basi della scuola Mahayana. In quell'occasione il Ven. Thera Tissa compilò il Kathavatthu, un testo nel quale egli affermava le teorie sulla perfetta natura illuminata dell’Arahat, ribadendone la natura puramente umana del Buddha.

 

Appare così il termine Sthaviravada, sthavira significa stabile, a designare le teorie che erano rimaste stabili, in antitesi a quelle che avevano per loro “deviato”.

I testi dei commentari, l’Abhidharma, furono aggiunti al Canone durante questo concilio, così come il Parivara fu aggiunto al Vinaya e il Kuddhakanikaya fu aggiunto al canestro dei Sutra.

 

L’anno seguente il figlio di Ashoka, il monaco Mahendra, si reca a Shri Lanka, portando con sé il corpo degli Insegnamenti così come era uscito dal Concilio appena concluso. Questa raccolta è chiamata Vibhajjavada, cioè “La Dottrina dell’Analisi”, così com’era stata codificata dalla scuola dei Thera.  Il monaco Mahendra  fonda il monastero Mahavihara nella città di Anuradhapura, dove questa versione del Tripitaka fu trasmessa oralmente. 

 

La prima versione "scritta" del Canone fu realizzata tra il primo secolo a.C.e il primo secolo d.C. sempre a Shri Lanka, da parte di scribi singalesi in lingua pali nel monastero Aluvihara in Anuradhapura.(*)

Sempre intorno a quest’epoca fu composto il Saddarma Pundarika Sutra cioè il “Sutra del Loto della Buona Legge”, dove appaiono per la prima volta i termini Hinayana e Mahayana. (**)

 

(*Il dottor W.A.Gunasekara stabilisce le prima compilazione scritta del Canone nel 110 A.C./ ** Nel 1950 THE WORLD BUDDHIST SANGHA COUNCIL (concilio in cui vi erano rappresentanti di tutte le Tradizioni Buddhiste) riunita a Colombo-Shri Lanka decide di eliminare dai futuri trattati dottrinali il termine Hinayana in riferimento alle Scuole esistenti e di sostituirlo con il termine Theravada.)

 

Le prime trascritture del famoso Sutra Mahayana della Saggezza Trascendente “Prajnaparamita” risalgono al  primo secolo d.C.

 

 

 

Al tempo del quarto concilio, tenuto in Kashmir nel 100 A.D. circa, il Buddismo si era diffuso dall’Afghanistan all’isola di Shri Lanka, se non già più lontano e aveva già portato alla tradizionale divisione in 18 scuole.

 

Durante la dinastia Gupta, V° secolo, la lingua preferenziale divenne il Sanscrito che era la forma perfezionata del Pali, lingua usata nella prima compilazione dei testi Buddisti. Per ovviare ad un possibile pericolo di obsoleità la scuola Mahayana e quella dei Sarvastivada adottarono il Sanscrito, mentre i seguaci dei Theravada si spostarono nel sud dell’India e sulla sua costa orientale dove perdurarono nell’uso della lingua Pali.

La scuola Sarvasthivada  è una importante filiazione dei Theravada e afferma che i fenomeni, seppur temporanei, condizionati e privi di sé, "esistono", cioè “Sarvam asti” “Tutto esiste”.

Gli aderenti a questa scuola negano anche i poteri trascendentali dei Bodhisattva e la natura non umana del Buddha storico.

L’ultimo commentario della scuola Theravada fu il “Visuddimagga”  “Il Sentiero della Purezza” composto da Buddhagosa Thera nell’ isola di Shri Lanka  nel quinto secolo dopo Cristo. Buddhagosa tradusse in pali molti commentari composti in Cingalese.

 

 

SCUOLE

 

Secondo Buton durante il terzo concilio erano presenti la scuola Mahasanghika e la scuola Sthavira e anche la scuola Vibhajyavadin. Gli appartenenti alla scuola Mulasarvastivada affermano che fino al secondo concilio era presente solo la loro scuola. Dopodiché, a causa del fatto che il Canone era recitato in differenti linguaggi, furono riconosciute 17 differenti sette che differivano sull’interpretazione della Dottrina, ciò secondo i Sarvastivada. 

 

La scuola Mahayana non è d’accordo con questa interpretazione e afferma che i testi delle 17 sette contengono la parola di Buddha in quattro differenti linguaggi e cioè: il Sascrito, il Prakrito, l’Apabhramsha e il Paishachika. Secondo i Blu Annali Tibetani la Dottrina della salvazione- Pratimoksha- si divise in 18 scuole, le quali rappresentano tutte e comunque la Dottrina di Buddha

 

La divisione viene fatta risalire al tempo del re Ashoka, che in uno dei suoi famosi editti su pilastri di pietra esorta i monaci a non fomentare divisioni nel Sangha.

Come riportato in precedenza, anche secondo i Blu Annali, la prima divisione fu tra gli Shtavira e i Mahasanghika

Gradualmente i Mahasanghika si divisero in otto sotto-scuole: i Mahasanghika propriamente detti, gli Ekavyavaharika, i Lokottaravadin, i Bahushrutiya, i Prajnaptivadin, i Chaityashaila, i Purvashaila, gli Aparashaila.

 

La scuola Sthavira, chiamata anche Haimavata, dette origine ai Sarvastivada, che si divisero in dieci branche: i Vabhajyavadin, i Vatsiputriya, i Dharmottariya, i Bhadrayaniya, i Sammitiya, al posto dei quali alcuni menzionano gli Avantaka, o anche i Kurukullaka, poi i Mahishasaka, i Dharmaguptika, i Suvarshaka, da alcuni sostituiti con i Kashiapiya, poi gli Uttariya ed infine i Samkrantika.

 

I Blu annali riportano anche una seconda tradizione, dove le divisioni sono leggermente diverse: questa identifica tre scuole base: gli Sthavira, i Mahasanghika e i Vibhajyavadin.

La prima si dividerà in Sarvastivada, dalle quale origineranno i Sutravadin, e nella branca dei Vatsiputriya, a sua volta divisa nei Sammitiya, nei Dharmottariya, nei Bhadrayaniya e nei Sannagarika.

 

I Mahasanghika si divisero in otto branche: i Mahasanghika stessi, i Purvashaila, gli Aparashaila, i Rajaghirika, gli Haimavata, i Chaityaka, i Siddharthaka e gli Gokulika.

I Vibhajyavadin si divisero nei Mahishasaka, nei Kashyapiya, nei Dharmaguptika e nei Tamrashatiya.

Perciò le sei branche degli Sthavira, le otto dei Mhasnghika e le quattro dei Vibhajyavadin, portano al totale di diciotto scuole.

 

Ancora secondo una terza tradizione si dice che 137 anni dopo il Paranirvana di Buddha, al tempo del re Nanda e Mahapadma, quando Maha Kashyapa e altri, che avevano ottenuto la più alta delle conoscenze intuitive, entravano nella città di Pataliputra, uno Sthavira di nome Nagasena ed un altro chiamato Sthiramati, “entrambi appartenenti alle schiere di Mara”, entrambi molto eruditi, appoggiarono le cinque (sic) basi dei consigli del Vinaya, e cioè: L’ignoranza, il dubbio, l’accurata investigazione, e l’auto sostentamento.

Questo condusse alla prima divisione tra gli Sthavira e i Mahasanghika... 

Questo passo dei Blu Annali non è molto chiaro; non sono chiari di quali consigli del Vinaya si stia parlando e perché ne siano elencati solo quattro quando ne sono stati preannunciati cinque. Non è neppure chiaro di quale concilio si stia parlando, perchè nessuno dei concili storicamente accertati si svolse dopo 137 anni il Mahaparinirvana. 

 

Purtroppo le datazioni degli annali storici Tibetani, per i fatti lontani nel tempo dal momento della loro compilazione, avvenuta tra il XIV e XV secolo, sono piuttosto inaccurate.

 

La nostra conoscenza delle posizioni originarie delle differenti scuole è incompleta. Sempre secondo i Blu Annali Tibetani compilati da Go lotsawa zonnu pal tra il 1476 e il 1478 si può affermare (riassumendo brevemente), che tra i Mahasanghika il carattere soprannaturale di Buddha e Bodhisattva fu in special modo sottolineato, preannunciando così la posizione della scuola Mahayana.

I Dharmagupta stressavano sul grande merito di fare donazioni al Buddha e al suo Ordine.

I Sautantrika e i Sarvastivadin delle origini sviluppano la Filosofia e la Scolastica, con discussioni circa la rinascita, visto che l’esistenza di un Io o di un Anima è negata dal Buddismo.

 

Il sesto concilio fu tenuto a Burma nella Grande Grotta della Pagoda Kaba Aye nel 1954, con la partecipazione di più di mille monaci, per redimere dispute sorte nel Sangha e promuovere il Buddismo.

 

Max Di Palma & Giovanna Piana

 

To be continued...(!)