L’ACARYA NAGARJUNA

Nagarjuna nacque nell’India meridionale da genitori di casta brahmana, nel secondo secolo d.c., ma le date esatte della sua nascita e della sua morte non sono conosciute.

Secondo Paul Pelliot Nagarjuna è vissuto tra il 150 e il 200, secondo altri invece la sua vita è da situarsi all’inizio del secondo secolo, a causa della sua relazione con il re Satavahana Gautamiputra Satakarnin, che regnò dal 106 al 130, al quale Nagarjuna indirizzò una lettera di consigli e ammonimenti.


Considerato da molti, in special modo dai tibetani, che lo chiamano Klu Sgrub, il Santo dai Serpenti, come il fondatore del sistema Mahayana, è da altri ritenuto il teorico della scuola Madhyamika ed il primo ad insegnare la dottrina di Amitabha. I buddisti giapponesi ritengono invece iniziatore del Grande Veicolo l’acarya Asvaghosha, maestro di Nagarjuna, ma per alcuni Asvagosha è solo una figura mitica.
Nagarjuna fu tra i più grandi filosofi buddisti, conosceva a fondo e padroneggiava tutte le scienze e i campi del sapere del suo tempo ed inoltre sembra che eccellesse nelle arti magiche.
È detto che avesse ottenuto il “corpo d’arcobaleno” jahlus, mediante il quale potesse rendersi invisibile e trasportare se stesso da un posto all’altro, o meglio, questo suo “doppio” poteva muoversi nello spazio con modalità completamente diverse da quelle che regolano il movimento dei corpi fisici.


I cinesi lo chiamano Lung su tzu si e lo considerano il quattordicesimo nella serie dei loro ventisette Patriarchi che propagarono la Dottrina buddista, che inizia dal più anziano discepolo di Buddha, Maha Kashyapa e termina con Bodhidharma, che portò, o, meglio, riformò il buddismo in Cina nel sesto secolo della nostra era. Sempre secondo i cinesi e i giapponesi, Nagarjuna fu il terzo degli otto Patriarchi della scuola Yogacara, iniziata con Vairocana e terminata con il monaco giapponese Kukai ( Kobo Daishi). La setta Shin gon afferma che Nagarjuna ricevette la segreta Dottrina dello Yoga direttamente dal secondo Patriarca, Vajrasattva, durante la visita che gli fece alla Torre di Ferro, residenza mitica di Vajrasattva nell’India meridionale.


Altri buddisti Mahayana, come la setta di Amitabha, asseriscono che Nagarjuna ricevette i trattati sui quali fondò e sviluppò la scuola Mahayana, dai Naga, divinità in forma di serpente, che gli rivelarono il testo della Prajnaparamita, precedentemente consegnato da Buddha stesso ai Naga, perché fosse da loro protetto e custodito fino a che i tempi fossero stati maturi per la sua diffusione. Infatti l’autore storico della Prajnaparamita non è conosciuto e la sua composizione si può collocare alcuni decenni prima della comparsa di Nagarjuna, che è il principale responsabile della sua sistemazione nell’assetto filosofico e della successiva diffusione di questo testo.


Nelle rappresentazioni Nagarjuna è l’unico, insieme a Buddha, a presentare la protuberanza cranica, Usnisha, e il segno sulla fronte, l’Ulna, tra i segni distintivi dell’Uomo Superiore, come pure i lobi delle orecchie allungati, che sottendono alla sua nascita in una casta alta, (dove il peso degli orecchini era tale da deformare i lobi).
Nagarjuna non ha simboli caratteristici, se non l’aureola formata da sette serpenti, Ananta, che nei dipinti sono colorati di giallo, le sue mani sono in dharmacakra mudra, ciò nel gesto dell’insegnamento ed è invariabilmente avvolto in abiti monastici.

G. Piana